Di Diego Salizzoni
Ho deciso di fare il provino con leggerezza... o meglio, la cosa mi sembrava tanto strana che oggi ammetto di essermi autoconvinto di stare telefonando per altri. In fondo sono il bibliotecario, è normale che vedendo un nuovo volantino sul bancone mi informi per sapere, a mia volta, informare quando mi verrà chiesto. Poi però sono arrivati i provini.
Si conoscono persone, ci si mette in gioco. Spaventa sempre mettersi in discussione. Sembra di essere sotto esame. Uscire dalla comodità del nostro ruolo, dalla routine della nostra quotidianità, è un passo difficile da fare, per nulla scontato. Invece è facile, almeno per me, provare empatia: sia nella vita reale che guardando un film, o leggendo un libro, a volte mi sembra di essere talmente coinvolto dalla narrazione da perdermici. Daria Bignardi recensisce così il libro di Vitali, “Olive comprese”: «Descrive così bene le brume lacustri che mentre leggevo mi è venuto il raffreddore.» Ecco, in questo senso “coinvolto”.