Visualizzazione post con etichetta Alessia Dorigoni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Alessia Dorigoni. Mostra tutti i post

lunedì 16 dicembre 2013

Les enfants du Paradis, 1945. Candido corrotto

Di Alessia Dorigoni

E’ strana la mia tendenza insaziabile e quasi psicotica di creare collegamenti invisibili tra le cose. Invisibili, non perché non sono visibili, anzi per me i collegamenti che nascono sono più che visibili, sono concreti, sono logici, sono estremamente razionali. Come Ade, non è che fosse lui stesso invisibile, è che possedeva un elmo che rendeva invisibili se indossato; ma lui era lì, presente, esisteva ancora anche se un po’ bruttino. Invisibili quindi perché essendoci infiniti collegamenti tra le cose, ciò che a me risulta visibile e familiare ad un altro può risultare confuso e oscuro in una foresta di simboli che l'uomo attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari. Potrei chiamarle corrispondenze non propriamente usuali insomma. Quando ero piccola sovente mi accadeva di ritrovarmi a collegare i puntini numerati dei giochi di enigmistica, facendo nascere la figura non da un lineare collegamento in una successione numerica ma, usando sempre i pallini come riferimenti, creando figure fuori dagli schemi nel vero senso della parola.

martedì 12 marzo 2013

Giulia Lazzarini ha seminato dubbi e azioni

Di Alessia Dorigoni

Premesso che meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell'errore (A. Manzoni)...

Lode del dubbio
B. Brecht

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

martedì 18 dicembre 2012

In risposta alla lettera di Giacomo Sartori

Di Alessia Dorigoni

Mi capita spesso di partecipare ad inaugurazioni di mostre in campo artistico e ciò che trovo è con mia amara ammissione lo stesso clima che viene descritto da lei ma lontano da lei e purtroppo lontano anche da me. Dico purtroppo perché sembra che oggigiorno se i pittori non sono anche dei venditori di ghiaccio al polo nord non possono fare strada. Gli viene quindi richiesto "questo lavorio di dissezione, questa autopsia di un cadavere già freddo", di un quadro che molto spesso nasce come risultato di una visione sistemica di molte cose studiate, lette, sbecchettate in giro e naturalmente nato da una rielaborazione personale. Cercare di avere la presunzione di spiegare la complessità di tutti questi fattori risulta quasi un ossimoro; un lavoro direi quasi senza senso e perchè altamente personale e perchè nemmeno noi stessi sappiamo quali sono le relazioni di causa/effetto all'interno di tutto questo mare di variabili, emergendo i nostri manifesti limiti di riuscire a tenerle in considerazione contemporaneamente. 

domenica 16 dicembre 2012

Appunti su una mano

Sul seminario di Espressione Corporea col Maestro Osvaldo Salvi
Di Alessia Dorigoni

Ho cercato per un po' di giorni di trovare una metafora per descrivere il mare di emozioni, informazioni, sensazioni e lampadine che si sono accese e che mi hanno sorpreso durante questo seminario, ma mi sono accorta di essere stata solo fisicamente uno spettatore esterno. In realtà nel seminario ci ho sguazzato, ho sguazzato nelle parole di Osvaldo, nei suoi movimenti, nei suoi sguardi. Ci ho sguazzato e non ne sono ancora uscita perché credo sia quasi impossibile, una volta che ti si accende una lampadina in testa, spegnerla per fare finta di niente. Ma la costellazione di lampadine che mi ha acceso Osvaldo è molto difficile esprimerla a parole e credo sia quasi impossibile tradurla in un'unica frase. Mi sono però annotata delle parole che sono diventate quasi scultoree sulla mia mano, delle parole chiave ma che, tornando alle lampadine, chiamerei quasi delle parole interruttore. Inutile star qui a spiegare tutto il seminario in maniera tecnica e anaffettiva, ho preferito, invece, riportare quelle parole quasi come dei concentrati, delle matrioske, degli spunti per riflettere. 

mercoledì 5 settembre 2012

Variazione sul tema

Considerazioni di una candidata attrice
Di Alessia Dorigoni

" Entro nel libro... Spunf. Mi ritrovo in un mondo che odora, odora di storie vissute: un caffè lasciato sul tavolo è già stato in parte bevuto, ci sono delle orme per terra, un naso da clown e il pane imburrato è stato già addentato. E’ tutto bagnato per terra. Una strana luce si infrange sui vetri della finestra, devia in uno strano modo. Tutto però è immobile e maestosamente incelofanato e ovattato.  E' un mondo che stride, il meccanismo di un ingranaggio che non funziona con le solite regole: out of balance. La situazione mi avvolge, l’anisotropia dello spazio esterno sembra che per osmosi si prenda gioco di me e mi faccia muovere molto lentamente. Mi accorgo di questo, dipendere dall’esterno mi infastidisce e quindi decido di fermarmi, sì, mi blocco, mi immobilizzo…sok: il legno però è sempre legno… Sgrieeek e il caffè odora sempre di caffè. Un mondo che odora di mondo…snif!. Il Barone di Münchhausen che salva se stesso e il proprio cavallo dallo sprofondare in una palude tenendosi sollevato per il suo stesso codino. Non capisco cosa c’è di strano ma sento che c’è qualcosa di strano, eccentrico, bizzarro, strampalato, diverso, stravagante, strambo, astruso, bislacco, originale, curioso, particolare, singolare, insolito e diverso dal solito, fuori del comune, sorprendente, inspiegabile, inverosimile, incomprensibile, misterioso, ambiguo, equivoco, sospetto…sbrang.