Sul seminario di Espressione Corporea col Maestro Osvaldo Salvi
Di Alessia Dorigoni
Ho cercato per un po' di giorni di trovare una metafora per descrivere il mare di emozioni, informazioni, sensazioni e lampadine che si sono accese e che mi hanno sorpreso durante questo seminario, ma mi sono accorta di essere stata solo fisicamente uno spettatore esterno. In realtà nel seminario ci ho sguazzato, ho sguazzato nelle parole di Osvaldo, nei suoi movimenti, nei suoi sguardi. Ci ho sguazzato e non ne sono ancora uscita perché credo sia quasi impossibile, una volta che ti si accende una lampadina in testa, spegnerla per fare finta di niente. Ma la costellazione di lampadine che mi ha acceso Osvaldo è molto difficile esprimerla a parole e credo sia quasi impossibile tradurla in un'unica frase. Mi sono però annotata delle parole che sono diventate quasi scultoree sulla mia mano, delle parole chiave ma che, tornando alle lampadine, chiamerei quasi delle parole interruttore. Inutile star qui a spiegare tutto il seminario in maniera tecnica e anaffettiva, ho preferito, invece, riportare quelle parole quasi come dei concentrati, delle matrioske, degli spunti per riflettere.
Di Alessia Dorigoni
Ho cercato per un po' di giorni di trovare una metafora per descrivere il mare di emozioni, informazioni, sensazioni e lampadine che si sono accese e che mi hanno sorpreso durante questo seminario, ma mi sono accorta di essere stata solo fisicamente uno spettatore esterno. In realtà nel seminario ci ho sguazzato, ho sguazzato nelle parole di Osvaldo, nei suoi movimenti, nei suoi sguardi. Ci ho sguazzato e non ne sono ancora uscita perché credo sia quasi impossibile, una volta che ti si accende una lampadina in testa, spegnerla per fare finta di niente. Ma la costellazione di lampadine che mi ha acceso Osvaldo è molto difficile esprimerla a parole e credo sia quasi impossibile tradurla in un'unica frase. Mi sono però annotata delle parole che sono diventate quasi scultoree sulla mia mano, delle parole chiave ma che, tornando alle lampadine, chiamerei quasi delle parole interruttore. Inutile star qui a spiegare tutto il seminario in maniera tecnica e anaffettiva, ho preferito, invece, riportare quelle parole quasi come dei concentrati, delle matrioske, degli spunti per riflettere.