Intraprendi
un percorso nuovo, imprevedibile, affascinante, divertente, burrascoso,
impegnativo... un percorso del tutto diverso dalle "commediole"
brillanti del tuo piccolo paese... e lo fai con la leggerezza della
novità... con il fascino di un progetto che ti coinvolge da vicino...
perché chi nella sua vita non ha mai avuto a che fare, se pur anche
indirettamente, con le tematiche trattate da Sartori nel suo libro?
Allora ti tuffi a pesce nei provini, nei seminari, nelle prove, con l'entusiasmo di una bambina... ma probabilmente lo fai nel modo sbagliato
perché vieni catapultata in un nuovo contesto dove non ti si chiede solo
la battuta imparata a memoria come un robot, ma ti si chiede di
buttarti con corpo e anima nel testo e nel personaggio che ti è stato
assegnato... e subito vieni invasa da dubbi, ansie, preoccupazioni, da
senso di inadeguatezza, e allora ti fermi impietrita a pensare:
"strano, io ero convinta che appena metti piede sul palco i tuoi
pensieri e i tuoi problemi devono sparire"... invece ti viene detto che
sei troppo forte nel fare l'esercizio, quando in realtà non sei forte
per niente, ma ti sei imposta di essere meno paranoica e meno fragile
nell'affrontare questa nuova ed affascinante avventura... in realtà sei
troppo sensibile, al punto di rischiare di scoppiare a piangere se
metti te stessa nel personaggio... tanto sensibile da rischiare di
starci male vivendo con Katia parte delle tue giornate... ma quello che
più ti butta a terra è il senso di inadeguatezza che provi durante le
prove... senti di sbagliare sempre e comunque: "se non si fa dovresti
fare di più, e se si fa stai facendo troppo!"... è difficile trovare
il giusto equilibrio se per tre incontri di prove si è cercata e trovata
una via per interpretare il personaggio, e al quarto incontro ti viene
detto di cambiare tutto... è difficile non uscire dal teatro sconvolta e
abbattuta se quelli che ricevi sono solo rimproveri... è difficile
tirare fuori il meglio di te se non capisci il modo giusto per farlo...
ma questo è il ruolo dell'attore, ed è così affascinante che neanche le più dure "tirate d' orecchi" mi fermeranno nel provare a farlo...
Non sei sola mentre provi tutto questo… sono invasa dagli stessi turbamenti e dalle stesse ansie. Ho la sensazione di non essere all’altezza, sento il palco ostile a volte… quando in questi anni invece lo consideravo il mio rifugio… il legno, le luci dei fari, le quinte nere, la polvere… Ma la sfida che mi è stata regalata va oltre a tutto questo. Confido nella forza del gruppo, nelle capacità nascoste e nella voglia di conoscere, di ricerca, nel continuo interrogarmi…
RispondiEliminaConfido ma non sono in attesa di qualcosa, penso piuttosto che siamo noi gli artefici di tutto… sta a noi dare senso, vita e credibilità ai nostri personaggi, gesti, sguardi, intenzioni…
Valentina