venerdì 12 aprile 2013

La ricetta di "Sacrificio"

Di Valentina Caresia

Ricordi del primo provino
Non ero nemmeno arrivata alla fine della mail in cui mi comunicavano dei casting per  "Sacrificio" che già avevo risposto. Mi ero detta che finalmente c’era una valida opportunità per noi giovani appassionati di teatro, un progetto particolare e stimolante.
Avevo atteso il primo casting e una volta lì, capito meglio il percorso, già desideravo farne parte.
Poi il secondo provino sul palco, nelle battute del “Fool”, a provare e riprovare toni e intenzioni...
E “allora verrà il tempo, per chi vivrà per vederlo” del terzo di casting, dei tre giorni lunghi, intensi, veri e vivi. Un seminario intensivo su Shakespeare, con altri ragazzi motivati ed entusiasti, terminato con lacrime di gioia per aver ricevuto l’opportunità di vivere il corso e altre meno felici per i ragazzi esclusi.
Un lungo inverno in coppia con Barbara, insieme per lo stesso ruolo, a cercare “Anna”, sentirla, respirarla, muoverla e smuoverla dentro noi stesse.
Un viaggio nel gruppo, a piccoli passi cercando di conoscerci, intonarci, ascoltarci, lanciandoci “sassi”, sguardi, condividendo paure, timori, sospiri ma anche sorrisi.
Trasferte in macchina e lunghe chiacchierate per stemperare serate così così, per sdrammatizzare altre proprio no, lunghi silenzi per sistemare i pensieri ma anche tante risate per non smettere di crederci.
Un copione da studiare, mangiare e digerire… scene da montare, smontare e rimontare… dicendosi che “è difficile perché è difficile” e allora lunghe notti insonni…
Mentori, maestri, registi… da Osvaldo alla Lazzarini, passando attraverso le aiuto registe fino a Elena e Jacopo… ognuno di loro si è dato a noi tra noi. Su tutto la loro generosità … l’ho respirata nei gesti, nella pazienza, negli abbracci, nei “rimproveri” … che ci hanno donato.
E ora che scrivo da qui, dalla platea del Cuminetti, durante le prove dello spettacolo che tra un mese debutterà, forse comprendo davvero il tutto… vedo comporsi quello che si era abbozzato piano nei mesi passati.  Mi sento un ingrediente (fortunato) che ha avuto bisogno di conoscere tutti gli altri elementi dell’impasto per poterne far parte, che ha dovuto ben amalgamarsi per avere un gusto, un sapore, e una volta portato a temperatura… crescere…


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